Perché e quando rivolgersi ad uno psicologo?
Molte persone nell’arco della loro vita attraversano momenti e periodi difficili. Ciò è assolutamente normale. Ad un certo punto però ci si rende conto che da soli non se ne può uscire, provando un senso di impotenza e sfiducia. E’ proprio in questi momenti che bisognerebbe rivolgersi ad uno psicologo. Andare dallo psicologo non significa essere un fallito. Significa riconoscere che le strategie messe in atto per affrontare un problema probabilmente non erano adeguate e l’aiuto di un esperto può essere utile per trovare soluzioni alternative. Lo psicologo è una figura professionale che ha il compito di aiutare chi attraversa un periodo difficile e problematico avendo delle approfondite conoscenze sul funzionamento mentale.
I motivi per cui ci si può rivolgere ad uno psicologo possono essere tanti: per il desiderio di migliorare la propria qualità di vita; per comprendere perché determinate emozioni sono troppo eccessive e disfunzionali (ansia, tristezza, rabbia ecc.); per i sintomi derivanti dal senso di abbandono conseguente alla perdita di una persona cara (per lutto o per la separazione dal partner); per problemi relazionali (fobia sociale) ecc.
In definitiva ci si rivolge ad uno psicologo perché ci sono dei momenti in cui ci si sente come in un vicolo cieco, con la speranza che con l’aiuto di un esperto si ritrovi la strada perduta. L’obiettivo dello psicologo è operare “per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri” (art. 3 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani)
A che serve quindi lo psicologo?
Molte persone “non” si rivolgono allo psicologo a causa dei troppi pregiudizi;
si dice, ad esempio, che:
- Lo psicologo con un solo sguardo può capire tutto della persona e leggerne i pensieri (quante volte mi sono sentito dire: “ma se tu sei psicologo? allora sai a cosa sto pensando!?!?!?”);
- Lo psicologo fa parlare il suo paziente rimanendo in religioso silenzio per poi dispensare consigli;
- deve necessariamente avere “una certa età” e dunque al suo attivo un grande bagaglio di esperienze di vita perchè altrimenti “come può capire i miei problemi”?;
- Andare dallo psicologo significa aver fallito perchè non si è stati in grado di risolvere da soli i propri problemi o, nella stragrande maggioranza dei casi, significa che si è pazzi;
- Un percorso psicologico può durare solitamente molti anni (questo è vero solo per determinati percorsi psicoanalitici).
Questi sono solo alcuni dei falsi miti che circondano la professione psicologica. Cerchiamo ora di capire perchè si tratta di falsi miti.
- La psicologia non è una religione nè una forma di magia, ma una scienza. Lo psicologo è un essere umano come tutti gli altri, con le sue fragilità. Grazie agli studi intrapresi ha però acquisito una serie di strumenti che gli consentono di operare “per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri” (art. 3 del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani);
- Lo psicologo non vuole insegnare agli altri come dover vivere;
- Non è importante che lo psicologo abbia vissuto le stesse esperienze del suo paziente. Non sarà questo a renderlo più affidabile. Vi fidate meno di un cardiologo che non ha mai avuto un infarto o di un ortopedico che non si è mai rotto una gamba?
- Andare dallo psicologo non significa essere un fallito. Significa riconoscere che le strategie messe in atto per affrontare un problema probabilmente non erano adeguate e l’aiuto di un esperto può essere utile per trovare soluzioni alternative. Inoltre affrontare subito un problema scongiura il pericolo che si cronicizzi…far trascorrere il tempo sperando che le cose migliorino spesso non giova. Ciascuno di noi ha vissuto o vive un disagio psicologico…la “pazzia” è ben altra cosa.
- Non è assolutamente detto che un problema presente da molti anni necessiti di altrettanti anni per essere risolto. Lo psicologo, in relazione al disturbo evidenziato concorderà con il suo interlocutore il “piano” di trattamento più idoneo. Ad esempio quello ad orientamento cognitivo-comportamentale avra dei risultati più veloci rispetto a quelli di altri orientamenti.
Le figure dello psicologo, dello psicoterapeuta e dello psichiatra
Lo Psicologo
Lo Psicologo è laureato in Psicologia presso una delle Università italiane e, dopo aver svolto tirocinio annuale, ha superato l’esame di stato. Solo chi ha superato l’esame di stato può definirsi Psicologo e iscriversi all’Ordine degli Psicologi della regione d’appartenenza.
Compito dello Psicologo è quello di fornire sostegno non farmacologico a coloro che ne hanno bisogno, tutto ciò dopo attenta valutazione psicodiagnostica (con l’eventuale utilizzo di test).
Ogni psicologo può specializzarsi in un campo specifico; ad esempio c’è chi è esperto in problematiche dei bambini, chi in psicologia del lavoro, chi in clinica ecc.
Lo psicologo quindi emette diagnosi e consulenze psicologiche (o sostegno psicologico).
Lo Psicoterapeuta
Lo Psicoterapeuta può essere un medico o uno psicologo. Un medico, infatti, partendo dalla laurea in medicina e frequentando un corso di specializzazione di almeno 4 anni, può divenire Psicoterapeuta; allo stesso modo uno psicologo, partendo dalla laurea in Psicologia e frequentando un corso di specializzazione di almeno 4 anni, diviene Psicoterapeuta. La differenze fondamentale è che mentre il medico Psicoterapeuta può somministrare i farmaci, lo psicologo psicoterapeuta no, basandosi solo sui colloqui per attuare il cambiamento.
L’attività dello psicoterapeuta va, quindi, più in profondità rispetto a quello dello Psicologo, utilizzando tecniche che variano a seconda della teoria di riferimento del professionista. Vi sono, infatti, varie correnti di scuole di specializzazioni. Tra le più conosciute ci sono la terapia Cognitivo-Comportamentale, la Sistemico-Relazionale, la Psicoanalisi, la Familiare, la Gestaltica ecc. ecc.
Lo Psichiatra
Lo Psichiatra è un laureato in medicina che successivamente si è specializzato in Psichiatria. Lo psichiatra, a differenza dello Psicologo, può prescrivere i farmaci, data la sua laurea in Medicina.
La differenza fondamentale tra lo psicologo e lo psichiatra è che lo psicologo analizza i disturbi molto più approfonditamente di come fa lo psichiatra, il quale, rifacendosi ad una metodo di diagnosi/cura, focalizza la sua attenzione sui sintomi cercando di risolvere solo quelli (spesso con farmaci). Lo psicologo, invece, cerca di curare i sintomi cercando di comprenderne le cause.
Spesso Psicologo e Psichiatra lavorano insieme per fornire al soggetto una cura più adeguata e completa, ottenendo un risultato migliore di quello che verrebbe raggiunto attraverso l’utilizzo esclusivo di uno dei due approcci (evidenziato da varie ricerche scientifiche)
Lo Psicoanalista
Lo Psicanalista non è altro che uno Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico. La psicoanalisi nasce con Freud alla fine del 1800 e successivamente nascono diverse correnti definite post- freudiane (scuola Junghiana, Adleriana ecc). In definitiva lo Psicoanalista e’ uno Psicoterapeuta.